Eterno in Gloria Benedicente – Certosa – Pavia
Per la complessa macchina d’altare conosciuta come il Polittico della Certosa di Pavia, Perugino esegue quattro dei sei scomparti previsti; l’opera è completata nel 1511
Per la complessa macchina d’altare conosciuta come il Polittico della Certosa di Pavia, Perugino esegue quattro dei sei scomparti previsti; l’opera è completata nel 1511
L’opera, conosciuta anche come Pala Chigi, fu commissionata al Perugino nell’agosto del 1502 da Mariano Chigi per l’omonima cappella di famiglia nella chiesa senese di
La tavola, eseguita per volontà della stessa famiglia di cui, a seguito del restauro, è riapparso lo stemma, viene da donata per volontà del Cardinal
L’opera è collocata lungo la navata sinistra della Basilica Concattedrale di San Giovanni Battista. La composizione è incredibilmente simile alla tavola centrale della macchina d’altare
San Filippo Benizi, il più importante tra i sette fondatori dell’Ordine dei Serviti è ritratto da Perugino con il giglio e con l’attributo del libro
L’opera è stata riferita al pittore umbro Pietro Vannucci a seguito di una complessa discussione da parte della critica.L’immagine risponde al gusto della committenza privata
Questo dipinto è comunemente riconosciuto dalla critica come uno dei capolavori di Perugino, mentre esiste un’ipotesi che sia eseguito da un collaboratore. A partire dal
L’opera viene attribuita stilisticamente a Perugino (1494-96) o a un suo allievo, Sperandio di Giovanni, il quale dovrebbe averlo realizzato intorno al 1506. La composizione,
La tavoletta presenta il nome del personaggio ritratto, che nel 1500 vestiva il ruolo di Abate e Padre Generale dell’Ordine dei Vallombrosani ed era anche
Il quadro doveva essere in origine posto en pendant, assieme al Ritratto di don Biagio Milanesi, nella parte inferiore della Pala di Vallombrosa, oggi smembrata.