Eterno in Gloria Benedicente – Certosa – Pavia

Per la complessa macchina d’altare conosciuta come il Polittico della Certosa di Pavia, Perugino esegue quattro dei sei scomparti previsti; l’opera è completata nel 1511 da Mariotto Albertinelli e Bartolomeo della Porta che dipingono l’Angelo Gabriele annunciante e la Vergine annunciata, originariamente ai lati dell’Eterno benedicente nel registro superiore, in seguito sostituiti da due tavole con Quattro dottori della Chiesa, opera del Bergognone. Si presume che Perugino abbia lavorato all’opera nello stesso periodo in cui si occupa della decorazione pittorica del Collegio del Cambio di Perugia. 

Il polittico doveva essere collocato al di sopra dell’altare della cappella di San Michele nella Certosa di Pavia ma, a seguito del suo smembramento, oggi rimane in situ solo l’Eterno in Gloria; il registro inferiore riproduce quella che doveva essere l’impostazione originaria attraverso copie dipinte entro la metà del XVII secolo (gli originali sono custoditi alla National Gallery di Londra). 

La tavola con l’Eterno in Gloria, ampliata con aggiunte nella parte inferiore e superiore nel momento in cui fu inserita nella cornice di marmo rosa realizzata in occasione del rifacimento dell’altare nel 1650, ripropone una tipologia spesso ripetuta dal Perugino nelle sue opere. Dio Padre, seduto su un trono di nuvole, con il globo in mano, appare entro una mandorla luminosa ed è circondato da teste di cherubini.

Il motivo della mandorla e l’impostazione frontale della figura ne accentuano l’effetto bidimensionale.

 

L’opera si trova presso la Certosa di Pavia.