Cappella di San Severo – Perugia
Si pensa che il complesso sia stato fondato su delle preesistenze pagane identificabili con il tempio etrusco-romano dedicato al Dio Sole.
A seguito della distruzione della chiesa di San Severo in Piazza maggiore per far spazio al Palazzo dei Priori e dell’arrivo dei monaci camaldolesi nell’area dell’acropoli, nel Quattrocento si edifica un monastero con annessa una prima chiesa. Per la decorazione di una delle cappelle laterali, l’Ordine di Camaldoli incarica il giovane pittore Raffaello Sanzio, il quale inizia nel 1505 l’affresco raffigurante la Trinità e i sei santi eminenti dell’Ordine camaldolese-benedettino. Dopo l’abbandono, nel 1508, dell’impresa pittorica da parte dell’artista urbinate, che viene chiamato dal Papa Giulio II a Roma, e la sua prematura morte nel 1520, viene incaricato Pietro Vannucci, il quale completa l’opera nella parte inferiore entro il 1521.
A causa delle cattive condizioni in cui riversa la chiesa nei secoli XVI e XVII, soprattutto per problemi legati ad infiltrazioni d’acqua nell’area del tetto, i monaci decidono, a metà Settecento, di radere al suolo il luogo di culto per edificarne uno nuovo, ancora in situ ed officiato, in laterizio. Della struttura originaria si conserva soltanto la cappella con l’affresco di Raffaello e Perugino, capolavoro in parte danneggiato a causa dell’umidità e delle ridipinture dei secoli scorsi ma restaurato nel tentativo di ripristinare i colori al loro stato originario e ripulito recentemente; il monastero camaldolese annesso alla chiesa, invece, a causa delle demanializzazioni viene soppresso, per essere poi trasformato al suo interno e riadattato per ospitare oggi appartamenti privati.