Martirio di San Sebastiano – Chiesa di San Sebastiano – Panicale

L’affresco è dipinto nella parete di fondo della chiesa di San Sebastiano, dove il dedicatario del luogo di culto viene rappresentato durante il martirio, ad opera dei militari di Diocleziano mediante delle frecce; il santo, sopravvivendo miracolosamente a queste armi appuntite, diventa il protettore contro le epidemie, che anticamente si credeva fossero portate da frecce infette. Panicale, due anni prima dell’esecuzione del dipinto, era stata assediata dal duca di Valentino, il cui esercito si era accampato nella vicina Fontignano nel 1503; l’anno successivo era scoppiata la peste.
La composizione della scena è elegante e prospettica: San Sebastiano, al centro della rappresentazione, su di un plinto, legato a una colonna, divide perfettamente a metà la terza arcata del loggiato alle sue spalle, che apre su un paesaggio in cui la suggestiva citazione del Lago Trasimeno sembra essere plausibile, data la posizione geografica del borgo in cui si trova ad operare. Dal timpano della loggia, secondo una fantasiosa costruzione prospettica, appare Dio, col Globo in mano, verso cui il martire rivolge lo sguardo pieno di fiducia e devozione. Nel frattempo, disposti in un pavimento geometrico suddiviso in ordinati e spaziosi riquadri, dei dinamici soldati scagliano energicamente le loro frecce.
Perugino non viene pagato a fine lavori, per questo nel giugno 1507 denuncia la comunità di Panicale e i suoi rappresentanti al Collegio del Cambio di Perugia, per vedersi finalmente riconosciuti, a settembre, gli 11 fiorini che aspettava.
 
Il dipinto si trova nella chiesa di San Sebastiano.
Perugino, Martirio di San Sebastiano, 1505, affresco, 469 x 471 cm, Panicale, chiesa di San Sebastiano

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