San Giovanni Battista tra San Francesco, San Girolamo, San Sebastiano e Sant’Antonio da Padova – Perugia

Giorgio Vasari, nelle Vite, menziona l’opera, assieme alla Resurrezione di Cristo che si trova in Vaticano, presso la chiesa di San Francesco al Prato a Perugia, all’altare adiacente la sagrestia, mentre il Modestini, nel 1787, la ricorda all’interno della cappella Massimi; dopo la restituzione da parte dei francesi che l’avevano trasferita a seguito delle spoliazioni napoleoniche, viene collocata nella controfacciata: tutti questi spostamenti giustificano la variazione di dimensioni della Pala, che è stata visibilmente ristretta ai lati, con il conseguente taglio dei santi francescani posti alle estremità della composizione.

 
Il fatto che il Battista, collocato in primo piano e in posizione di rilievo, su di un masso, sia il protagonista dell’opera, fa supporre che quest’ultima fosse destinata a una cappella dedicata all’importante figura del Nuovo Testamento; ai lati di S. Giovanni troviamo un San Girolamo assorto nell’atto di leggere, San Sebastiano devoto con in mano una freccia, strumento del suo martirio, infine san Francesco, che tiene il crocifisso e ha le stimmate, e Sant’Antonio da Padova, con la fiammella di fuoco.
 
La data di realizzazione del dipinto non è certa ma per l’impostazione generale dello spazio e le attitudini dei personaggi si pensa che Perugino ci si sia dedicato nella fase di ritorno all’Umbria, dopo aver ottenuto alcune critiche, entro il 1512, quando si dedica a commissioni in cui può replicare, senza grande sforzo di inventiva, le figure che hanno riscosso successo in precedenza. Un chiaro tributo all’opera più virtuosa del pittore in Umbria è rappresentato dal San Sebastiano, che è abbigliato all’antica come i protagonisti della decorazione del Collegio del Cambio.
 
L’opera si trova alla Galleria Nazionale dell’Umbria.