Madonna col Bambino tra San Giovanni Battista e Santa Caterina d’Alessandria – Musée du Louvre – Parigi

Su uno sfondo nero, si stagliano quattro figure: la Madonna (il cui volto dalla fisionomia semplice ed austera ricorda i tratti di Chiara Fancelli, moglie del Perugino) è seduta in primo piano su una sorta di muricciolo che si intravede appena, mentre con le mani regge dolcemente Gesù Bambino benedicente, adagiato sulle sue gambe; alle loro spalle, sulla sinistra, san Giovanni Battista è colto nell’atto della preghiera, mentre sulla destra santa Caterina, vestita di un ricco abito scuro profilato in oro, regge la palma del martirio.
Tutte le figure sono pregne di una dolce ma impostata monumentalità: le espressioni dei volti sono infatti assorte, gli sguardi sono diretti altrove (ad eccezione di santa Caterina, unico personaggio che guarda direttamente verso lo spettatore); il tutto nella volontà di ricreare un’atmosfera semplice e severa perfettamente in linea con il clima spirituale della Firenze savonaroliana di fine Quattrocento ed inizio Cinquecento (anni in cui è possibile datare l’opera).
La luce cade morbida e tenue, illuminando i personaggi dalla destra; la composizione è ben bilanciata, grazie anche alle rispondenze ritmiche delle inclinazioni delle teste. Questo tipo di costruzione è tipica delle opere mature del Perugino: lo schema pacato e piacevole sarà infatti ripetuto anche in altri dipinti, quali la Madonna col Bambino e san Giovannino (conservata allo Staedelsches Museum di Francoforte) e la Madonna col Bambino tra santa Caterina d’Alessandria e una santa del Kuntshistorisches Museum di Vienna.
 
L’opera, conservata al Musée du Louvre dal 1821, fu acquisita dalle collezioni di Scitivaux, generale dell’armata francese in Toscana, che trasportò il dipinto a Parigi nel 1816.