Deposizione dalla Croce – Galleria dell’Accademia – Firenze

L’opera era in origine incassata nella grande macchina d’altare lignea commissionata a Baccio d’Agnolo intorno al 1500 per l’altare maggiore della chiesa della Santissima Annunziata, a Firenze; la struttura doveva avere due lati a forma di parallelepipedo, con due pannelli più grandi, rivolti rispettivamente verso la navata e il coro e due minori, sui lati.

Nel 1502 i Serviti commissionano i dipinti da inserirvi, chiamando Filippino Lippi, che morendo due anni dopo non riesce a portare a termine l’incarico; subentra Perugino che ultima le pale già iniziate dal pittore fiorentino e ne esegue di nuove, per un totale di sei o otto dipinti consegnati nel novembre del 1507.

L’altare viene smantellato nemmeno quarant’anni dopo, nel 1546, forse anche perché non ha riscontrato molti apprezzamenti in città, tuttavia la Deposizione risulta uno dei pannelli riusciti maggiormente, grazie alle tonalità, dall’atmosfera drammatica, che accennano allo sfumato leonardesco.

Nella parte superiore, con grande dinamicità complessiva, viene calato dalla croce Cristo, morto, tuttavia dalle membra non ancora irrigidite, infatti il suo corpo, sinuoso come quello di Giuseppe d’Arimatea, Nicodemo e un altro aiutante, sembra flettersi come i panneggi ampiamente mossi dal vento.

Ai piedi del gruppo, le Pie Donne sorreggono Maria addolorata dalla scena, mentre la Maddalena è in preghiera e San Giovanni, di spalle, tiene le gambe di Cristo; osserva la scena un apostolo.

Il dipinto si trova alla Galleria dell’Accademia.